sabato 16 febbraio 2008

La pizzaiola più giovane d'Italia

2 anni e mezzo e tanta voglia d'imparare.
Chiara, la pizzaiola più giovane d'Italia
Posted by Picasa

sabato 15 dicembre 2007

La storia del Daù


Il Daù




Corpo d'aquila, testa e zampe di capriolo, un enorme becco adunco in luogo del muso, lunghissimo artigli al posto degli zoccoli. Mammifero, bipede, carnivoro, piccole ali atrofizzate, enormi occhi rossi: IL DAU'!
Se fosse possibile geneticamente possibile lo si direbbe un incrocio fra aquila e capriolo, ma il Daù e solo uno strano ibrido miracolosamente giunto fino a noi.
E' quasi completamente sconosciuto agli studiosi data la sua estrema rarità e la sua natura schiva.
Sulla Majella, nella valle dell'Orfento, ne esistono ancora degli esemplari, una coppia con due piccoli. Un altro nucleo di circa 20 esemplari sopravvive in una
valle del Nepal che presenta le stesse
caratteristiche climatiche dell'Orfento. Il dimorfismo sessuale è appena evidente, presentando il maschio con corna ed artigli più lunghi. Può raggiungere un'altezza di 130 cm. il peso di 80 kilogrammi e pare viva circa duecento anni.
Con gli artigli ripiegati corre velocissimo sulla neve riuscendo a catturare donnole, lepri, volpi e lupi. E' probabilmente l'unica specie ad avere un letargo inverso, cadendovi in estate, forse per la difficoltà che ha nel muoversi sui terreni non innevati. Nascosto in qualche profonda tana dell'Orfento, d'inverno esce solo nei giorni di tormenta, spostandosi di poco dalla propria tana. Chi scrive queste brevi note, ha avuto l'avventura, in occasione di ricerche notturne di sciatori dispersi, di incontrarlo due volte; fortunata avventura se considerata dal punto di vista naturalistico, ma estremamente pericolosa dato il lungo inseguimento di cui fu oggetto. Altre rare volte ho incontrato le caratteristiche tracce del suo passaggio. Date le condizioni climatiche nelle quali esce e la sua estrema pericolosità, non esistono foto del Daù.
Vi basti sapere che un animale così strano, quasi mitico, una chimera, esiste ancora sui nostri monti e cercare di capire, nelle notti di tormenta, se è veramente il vento a fare quello strano sibilo...


(Edoardo Micati)